Ciclabilità “diffusa”

di Enrico Chiarini 21/05/2022

Sul concetto di ciclabilità “diffusa” ho iniziato a lavorarci a partire dal 2000, in occasione del Biciplan del Comune di Brescia. Si tratta sostanzialmente di rendere la città “permeabile” alle biciclette e di favorirne la diffusione su ogni strada, indipendentemente dalla soluzione tipologica adottata per le biciclette. (Sotto alcune occasioni di divulgazione del tema.)

Successivamente, il tema della ciclabilità diffusa ha trovato una sua migliore collocazione nel concetto di Città 30, affrontato per la prima volta nel 2019 durante la stesura del Biciplan di San Donato Milanese.

Biciplan Comune di Brescia – 2000

L’impostazione del Biciplan del 2000 preludeva, senza citarla espressamente, alla ciclabilità diffusa:

“Soluzioni diversificate per la realizzazione dei percorsi ciclabili che possono concretizzarsi in piste ciclabili, separate dal traffico veicolare, in corsie ciclabili, o in spazi promiscui con altre utenze, ma organizzati e razionalizzati al fine di garantirne la compatibilità d’uso, attraverso la realizzazione di zone 30 e di zone a traffico limitato, l’applicazione delle tecniche di moderazione del traffico.”

Fiera delle utopie concrete – Città di Castello – 2004

Corso di formazione pianificazione e attuazione della mobilità sostenibile nei centri urbani

“Qualsiasi luogo può definirsi Origine o Destinazione di uno spostamento (residenza, luogo di lavoro, luogo di studio, …).

Ogni ciclista crea itinerari “personalizzati”: diretti e veloci (per spostamenti sistematici), protetti (con bambini), piacevoli e sicuri (per svago), erratici (per attività miste).

Quindi, in generale, si deve garantire la percorribilità in bicicletta dovunque e ottenere una rete ciclabile diffusa.”

Convegno nazionale sulla mobilità ciclistica – Cagliari – 2015

Ciclabilità diffusa significa definire il movimento e la sosta delle biciclette IN TUTTE LE STRADE (ad eccezione delle autostrade e delle strade extraurbane principali) e, possibilmente, in DOPPIO SENSO di marcia.

L’Ente proprietario deve decidere quale modalità di circolazione adottare per le biciclette in ogni singolo spazio aperto:

1_spazi riservati à piste ciclabili (in sede propria o su corsia riservata)

2_spazi parzialmente condivisi à percorsi promiscui (con pedoni o con veicoli)

3_spazi condivisi à strade con regole particolari (es. strade residenziali), aree pedonali

(estratto relazione)

 

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